
ECOMUSEO CIMBRO
dei sette comuni

Wellebekh, la Strada della Campagna

Mappa dei toponimi
IL TERRITORIO: UN GRANDE LIBRO APERTO

rete etnografica di mobilità dolce
L’ “Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni” consiste in una rete di percorsi facili e ben segnalati adatti a tutti (mobilità dolce) che facilitano l’esplorazione e la conoscenza del territorio. Lungo i tracciati vi accompagneranno le installazioni dedicate ai toponimi che vi spiegheranno il significato e l’origine cimbra dei nomi e vi narreranno i cenni più rilevanti della storia millenaria di queste montagne.
L’ “Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni” ha per obiettivo la narrazione legata alla radice storica cimbra che abbraccia tutti i Sette Comuni
e che ancora vive nella topomastica, nei cognomi e nei soprannomi delle famiglie, come anche nei nomi dei borghi e delle contrade di queste montagne.
Ci troviamo, come nel caso dei XIII Comuni della Lessinia in provincia di Verona o Luserna in provincia di Trento, in quella che il noto linguista bavarese Johann Andreas Schmeller (1785-1852) definì nelle sue ricerche: “un’isola linguistica la cui popolazione parlava un linguaggio che apparteneva alla grande famiglia delle lingue tedesche”. Lo stesso Schmeller avanzava nei suoi studi l’ipotesi che il popolo cimbro si fosse formato attraverso le migrazioni di coloni tedeschi chiamati a popolare queste montagne tra il X e il XII secolo.
L’ “Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni” consiste in una rete di percorsi facili e ben segnalati adatti a tutti (mobilità dolce) che facilitano l’esplorazione e la conoscenza del territorio. Lungo i tracciati vi accompagneranno le installazioni dedicate ai toponimi che vi spiegheranno il significato e l’origine cimbra dei nomi e vi narreranno i cenni più rilevanti della storia millenaria di queste montagne.
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L’ “Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni” ha per obiettivo la narrazione legata alla radice storica cimbra che abbraccia tutti i Sette Comuni
e che ancora vive nella topomastica, nei cognomi e nei soprannomi delle famiglie, come anche nei nomi dei borghi e delle contrade di queste montagne.
Ci troviamo, come nel caso dei XIII Comuni della Lessinia in provincia di Verona o Luserna in provincia di Trento, in quella che il noto linguista bavarese Johann Andreas Schmeller (1785-1852) definì nelle sue ricerche: “un’isola linguistica la cui popolazione parlava un linguaggio che apparteneva alla grande famiglia delle lingue tedesche”. Lo stesso Schmeller avanzava nei suoi studi l’ipotesi che il popolo cimbro si fosse formato attraverso le migrazioni di coloni tedeschi chiamati a popolare queste montagne tra il X e il XII secolo.
tocca e muovi

Legenda


Legenda

I toponimi cimbri
Lungo la rete di mobilità dolce troverete le installazioni dedicate ai toponimi che vi apprestate a “camminare” e scoprire. I toponimi sono un vero e proprio libro aperto nella storia e ci accompagnano, attraverso l’interpretazione dell’antica lingua cimbra parlata su queste montagne, nel comprendere il paesaggio e le sue mutazioni nel tempo.
Una segnaletica chiara e semplice
La segnaletica è stata installata lungo tutta la rete di mobilità dolce ed escursionistica del territorio di Rotzo. È stata acuratamente progettata per essere ben visibile, chiara e rassicurante, seguendo i prìncipi contemporanei del design dell’informazione.
Un grande museo diffuso
La rete di mobilità dolce del sistema Ecomuseo Sette Comuni è stata pensata per elevare il territorio a “grande museo diffuso”: un grande libro aperto nella storia dei luoghi, dei monumenti e delle vicessitudini dei suoi abitanti.
Conoscere il territorio
Come per ognuno dei Sette Comuni la storia di Rotzo è profondamente connessa a quella della Reggenza che comprendeva la comunità che si era riunita con uno statuto federativo per oltre cinquecento anni, dal 1310 al 1807. Attraverso la rete di mobilità dolce sarà possibile scoprire vicende e tipicità del territorio dei Sette Comuni e di tutta l’area cimbra.
Di borgo in borgo
Dalla chiesetta di Santa Margherita al Museo Archeologico, del Bòstel alla Strada della Campagna, la rete di mobilità dolce vi accompagnerà tra i borghi di Rotzo, invitandovi a lasciare l’auto in uno degli hub segnalati per immergervi nella nuova dimensione della scoperta lenta.
La comunità si racconta
Lavatoi, fonti e contrade: lungo la rete di mobilità dolce potrete scoprire preziosi aspetti di vita di una piccola comunità di montagna insieme ai manufatti che ancora la rappresentano.
Una rete connessa
Una rete nella rete: il sistema di mobilità dolce è connesso a un sistema di mobilità più ampio, quello escursionistico dedicato alla scoperta della ‘montagna alta’ e delle meraviglie di Rotzo. Dalla Milchbekh, la via delle malghe, al sentiero delle Cenge, per avventurarsi nelle suggestioni della Val d’Assa fino alle cascate.
SULLE TRACCE DEL LINGUISTA ARISTIDE BARAGIOLA
Gianni dei Neln,
il vecchio cimbro di Albaredo
Nella sua opera “La casa villereccia delle Colonie Tedesche Veneto – Tridentine” del 1908, lo studioso e linguista Aristide Baragiola narra della vita di “un vecchio cimbro”, tale Gianni dei Neln nato ad Albaredo – Aspach, nell’antica lingua dei cimbri. “Egli”, scrive Baragiola, “abita in una grande e vasta casa con vecchi muri coperti di paglia. Gianni è un grande, un forte uomo, ha gambe lunghe, pelle ruvida, abbrustolita dal sole … col suo pipino in bocca come un Tirolese della Pusterìa.”
Di Gianni dei Neln, come anche dell’architettura popolare e del paesaggio dei Sette Comuni, il Baragiola ci restituisce una preziosa e minuziosa testimonianza, corredata dalle foto scattate con una rara Kodak di quel tempo e dai suoi schizzi e disegni.



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